Ci scusiamo con tutti nostri lettori per l'interruzione nelle nostre pubblicazioni. Purtroppo dobbiamo ancora riprendere le forze - e non sarà facile - dopo le indigestioni causate dagli eventi avvenuti durante l'anno appena trascorso. Nonostante tutto, Vi auguriamo un buon anno nuovo, sperando che sia migliore in ogni suo aspetto. Adesso perdonatemi ma ho ancora qualcosa sullo stomaco, e quel maledetto nodo alla gola!!!

La Verità ti fa male lo so!!!

Dopo la messa in onda delle aggressioni del Blocco studentesco in piazza Navona
Telefonate a Rai3: "Vi abbiamo identificato a voi ed ai vostri familiari"Scontri, i filmati a "Chi l'ha visto?"
Rai assalita, minacce ai redattori

Ultrà di destra hanno scavalcato i cancelli di via Teulada lanciando uova marce
Il Pd chiede una informativa del governo alla Camera. Minniti: "Individuare i responsabili"

Scontri, i filmati a "Chi l'ha visto?" Rai assalita, minacce ai redattori

Un momento degli scontri in piazza Navona

ROMA - Irruzione alla Rai, minacce ai giornalisti di Chi l'ha visto? Gli ultrà di destra puntano l'indice contro la trasmissione di Rai3 che ieri sera ha mostrato un filmano inedito dell'aggressione ad un gruppo di giovani in piazza Navona, mercoledì scorso.
Irruzione in via Teulada. Una trentina di ultrà di destra, con il viso coperto da passamontagna, ieri notte hanno scavalcato i cancelli della sede di via Teulada, lanciando uova marce contro le pareti. Sono fuggiti prima che arrivasse la Polizia, ma stamane, telefonate di rivendicazione e minaccia a nome di Forza Nuova sono giunte alla redazione di Chi l'ha visto?. Per i volti di quegli aggressori del Blocco Studentesco mostrati durante la trasmissione, gli estremisti hanno promesso ai redattori pesanti ritorsioni: "Vi abbiamo identificato, a voi ed ai vostri familiari".
Le telefonate di minaccia. Una voce maschile, adulta, con voce apparentemente pacata, ha chiamato la redazione da un'utenza fissa: "Abbiamo visto la vostra trasmissione dove chiedete nome, cognome e indirizzi di chi è stato fotografato. Noi faremo lo stesso con tutti voi: chi ha visto voi; chi lavora con voi; dove abitate, e poi verremo sotto le vostre case". Sono seguite altre tre telefonate dello stesso tenore.
Sciarelli: "Mai chiesti nomi e cognomi". "Ma noi non abbiamo mai coinvolto il pubblico", replica Federica Sciarelli, conduttrice della trasmissione. "Non ho sollecitato i telespettatori a fornire alcuna indicazione. Mi sono solo limitata a dire 'guardate queste immagini': tutto qua".
"Sono dei ragazzini spaventati". Nel filmato, mandato in onda al rallentatore, sono ripresi gli scontri avvenuti prima dell'aggressione davanti al bar Navona: "Guardate la faccia sgomenta e preoccupata dei ragazzi, sono dei ragazzini - commenta la Sciarelli - sono veramente dei ragazzini che scappano, spaventatissimi da quello che sta succedendo".
Forza nuova: "La sinistra scalda gli animi". Roberto Fiore, segretario di Forza Nuova - sigla che finora era rimasta 'ufficialmente' lontana dagli incidenti - si è affrettato a dichiarare la sua profonda indignazione per la trasmissione e la "volontà di certa sinistra di scaldare gli animi per riaprire una spirale di violenza contro i ragazzi di destra. Hanno tracciato una lista di proscrizione nei confronti di militanti politici".
Curzi: "Azione squadrista". L'irruzione nella sede Rai di via Teulada ha mobilitato i vertici della Rai: il presidente Claudio Petruccioli ha telefonato preoccupato al ministro dell'Interno. Lunga telefonata anche tra il direttore generale della Rai, Claudio Cappon, e il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli. Sandro Curzi, ex direttore TG3, oggi consigliere d'amministrazione della Rai, è convinto che il "blitz in via Teulada di fatto rivendica la legittimità dell'azione squadristica di piazza Navona contro la pacifica manifestazione di protesta degli studenti".
Camera, il Pd chiede informativa. Alla Camera Emilia De Biasi, del Pd, ha chiesto che il ministro dell'Interno riferisca sul "blitz che riveste una straordinaria gravità". Anche per Marco Minniti, ministro dell'Interno nel governo ombra del Pd, "serve una immediata iniziativa del ministero dell'Interno". "Tali gesti intimidatori - ha aggiunto - vanno immediatamente stroncati individuando responsabili, mandanti, strutture illegali che li rendono possibili. Serve una immediata iniziativa del ministero dell'Interno".
Mussolini: "Fatti andati diversamente". Immediata la replica di Alessandra Mussolini, di Alternativa Sociale: "I fatti sono andati diversamente: qualcuno - sostiene - ha usato il servizio pubblico radiotelevisivo per istigare violenza contro ragazzi di Blocco studentesco. Quella trasmissione serve per trovare le persone scomparse, non per metterne altre nelle mani dei facinorosi".
Idv: "La maggioranza condanni". Duro il commento del capogruppo alla Camera dell'Italia dei Valori Massimo Donadi. "L'irruzione nella sede Rai - dice Donadi - è un episodio di estrema gravità, che non va sottovalutato e su cui deve essere fatta immediatamente chiarezza. Sarebbe molto grave se qualcuno cercasse di giustificare questo atto. E' necessario che il governo e la maggioranza condannino subito e senza remore questo episodio".
La condanna del Pdl. Anche il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ha stigmatizzato l'accaduto. "L'azione perpetrata nel centro di Produzione di via Teulada - ha detto l'esponente della maggioranza - nei confronti della trasmissione 'Chi l'ha visto' è un fatto grave che condanniamo fermamente. Ai giornalisti ed ai tecnici della sede Rai esprimiamo solidarietà".
Fnsi: "Atto squadristico". "E' la prima volta che gli uffici e gli studi della Rai vengono assaliti con proditoria violenza, questo non è assolutamente accettabile ed è un segnale molto preoccupante per il nostro Paese", si legge in una nota del Sindacato dei giornalisti italiani. "Chiediamo, con forza - si legge ancora nella nota -, al ministro dell'Interno Roberto Maroni ed alla Magistratura che facciano piena luce sul gravissimo episodio perseguendo i responsabili di questo atto di stampo chiaramente squadristico".
(4 novembre 2008) La Repubblica


PS.

Riflettendoci mi sembra di aver già sentito da qualche parte questo cognome "Mussolini"...non mi viene in mente però...magari sui libri di storia...

I POPOLI NON DOVREBBERO AVERE PAURA DEI LORO GOVERNI, SONO I GOVERNI CHE DOVREBBERO AVERE PAURA DEI POPOLI...

Scontri di Piazza Navona: la verità monca del governo

Una serie di immagini dimostrano che prima i giovani di estrema destra picchiano a sprangate alcuni studenti medi senza che nessuno intervenga
di ANDREA DI NICOLA

ROMA - Uno scontro, anzi un assalto dei centri sociali contro i ragazzi pacifici di Blocco studentesco. La verità costruita dalla polizia e confezionata dal governo è bell'e pronta per andare in onda su Tg e televisioni. Tutto vero: gli universitari sono entrati in piazza Navona ed hanno affrontato i neofascisti di Blocco studentesco. Tutto vero, ma solo una parte della verità. Una parte perché non dice cosa è successo in quella piazza romana prima dello scontro. Non dice insomma, come ricostruito da un ragazzo che ha scritto a Repubblica e come testimoniato da decine di foto che, prima dell'azione degli universitari, un camioncino pieno di mazzieri aveva aggredito a cinghiate e a sprangate gruppi di quindicenni che fino a quel momento avevano giocosamente, accompagnati dai loro professori, contestato il decreto Gelmini.

Dal famigerato pulmino bianco sono scesi studenti, molti evidentemente fuoricorso, che a botte e calci si sono posizionati nel cuore dell'assembramento di ragazzini delle medie superiori spargendo violenza e terrore allo scopo di connotare a destra la protesta studentesca. Solo a questo punto intervengono gli universitari chiamati dai più giovani per cercare una difesa che la polizia non ha saputo offrire. Dal corteo della Sapienza arriva un gruppone, a mani nude tanto che per attaccare usano i tavolini e le sedie dei bar che trovano in piazza e inizia il confronto con i neofascisti.

Per motivi oscuri le forze dell'ordine si accorgono solo di questa seconda fase della prima, dell'attacco ai liceali da parte di Blocco studentesco non si accorgono. I funzionari di polizia, che pure non erano distanti da dove avveniva il macello dei diritti, dicono di non essersene accorti e non ne fanno cenno nelle loro ricostruzioni. Tanto meno ne fa cenno in Parlamento il sottosegretario Nitto Palma vendendo al Parlamento e al Paese una verità monca che però le tecnologie smontano nel giro di poche ore. Le foto parlano chiaro e, a meno che questo non sia un Paese di maestri di Photoshop, ci dicono che quella del governo e della questura è una verità monca. Quasi una menzogna.

NOI QUESTA CRISI NON LA PAGHIAMO!!!


Le polemiche che in questi giorni stanno colorando pagine di giornali e animando tg e programmi televisivi (affrontati con la perenne superficialità che caratterizza da anni ormai il nostro sistema di informazione) ruotano attorno alle disposizioni urgenti in materia di istruzione e università varate di recente dal governo Berlusconi.
Secondo quanto riportano i media, pare che una strana “epidemia” si sia propagata tra giovani studenti liceali ed universitari, che approfittando dei “soliti polveroni” hanno identificato nella “martire ministra Gelmini” un nuovo nemico da combattere, ricavandone scioperi a go-go e giorni di festa ingiustificati.
Ci sono temi di cui si può discutere spensieratamente dopo pranzo tra un caffé ed una sigaretta, o magari in una domenica apatica e assonnata ascoltando uno dei tanti talk-show che riempiono di mediocrità le nostre case….ma ce ne sono altri, a nostro avviso, molto più delicati e complessi, che necessitano di uno sforzo in più, che dovrebbero essere alimentati dalla curiosità di conoscere, saper e capire come e dove va il mondo, e per cui di sicuro vale la pena scendere in piazza e gridare…pur avendo l’impressione di combattere contro i mulini a vento.
Tralasciando per ora gli ideali romantici alla Don Chischotte, vogliamo sottolineare con forza che non si tratta della nostalgia per un ’68 ormai lontano, né di un’anarchica volontà di criticare tutto e tutti, bensì di valori…in cui si crede o no, valori in cui scommettere e lottare oppure no…senza mediazioni, senza approssimazioni.
La scuola è uno di quei valori non barattabili…l’istruzione, la cultura, il sapere sono il passaporto per la vita, la ricetta che permette di stare al mondo e di starci in modo consapevole ed efficiente… sono le uniche armi veramente utili per difendersi da qualsiasi tirannia, di qualsiasi natura essa sia.
Ecco questi valori negli ultimi mesi sono stati presi in giro, barattati, confusi, umiliati, approssimati…e con essi intere generazioni, le presenti e quelle future, generazioni di professori e giovani studenti…e con essi la storia e la logica sono state messe da parte in nome di un percorso legislativo che non ha alcun senso.
Gianni Vattimo, un grande filosofo e politico italiano, ha tenuto proprio qualche giorno fa la sua ultima lezione all’università di Torino e ha ribadito con forza il suo pensiero: La verità è nel conflitto e non nel dialogo. Quest’affermazione potrebbe certo suonare un po’ troppo eterodossa, forse sovversiva… Ma basta mettere in movimento i neuroni per qualche istante e capire quanto di logico e giusto c’è in questo pensiero. Il conflitto, purché costruttivo e non banale perdita di fiato ed energia, è necessario per la crescita, per migliorarsi, per mettere in discussione le ferme posizioni dietro le quali spesso ci barrichiamo. Negli ultimi tempi il nostro Paese ha perso proprio questa capacità di confrontarsi…certo si è sempre pronti a puntare il dito contro il diverso, ma non è un confronto sensato, bensì una denigrazione ad armi impari per difendersi dagli stessi mulini a vento contro cui lottava l’eroe della Mancha.
Altro che epidemia…qui non si tratta di un malanno di mezza stagione che con qualche aspirina va via…non può essere un movimento effimero senza futuro…c’è troppa rabbia e determinazione nella voce di chi sta urlando da parecchi giorni l’amore per il sapere, in difesa di diritti fondamentali.
Ci troviamo di fronte a qualcosa di più sostanzioso, una lotta che unisce spiriti e cuori così distanti eppure legati da una posizione comune. Sono in gioco quei valori assoluti, non barattabili…e su al vertice ne hanno odorato la consistenza e cominciano a tremare…

Io vorrei, non vorrei, ma se coloro che dovrebbero non capiscono…


E' che non posso fara a meno di rifare - di nuovo - gli stessi conti. Si tratta semplicemente di riassicurarmi che due più due fa ancora quattro; e per fortuna i conti ancora tornano, almeno per me, perché per gli altri, almeno sembra, le cose vanno complicandosi giorno dopo giorno, dibattito dopo dibattito, articolo dopo articolo, e così via... Tra l'altro è un meccanismo molto efficace quello di perdersi nei dettagli e Lorsignori lo sanno benissimo - è la loro arma segreta.
Per non perdersi nelle solite e illuminanti scoperte che l'informazione è strumentalizzata, che il conflitto d'interesse non è più conflitto, ma solo interesse, che la politica attuale persegue solo un obiettivo, il quale sappiamo benissimo, che quello che chiamiamo democrazia non è democrazia, insomma in tutte quelle contraddizioni che nonostante siano ovvie e logiche non riescono a essere riportate a galla. Vorrei riflettere un poco su un caso emblematico di questa storiella psicopatica alla quale siamo costretti ad assistere da un po' di tempo, e sembra che essa non ci abbandonerà almeno fino alla fine del mandato... a meno che gli orsi non si sveglino, ma non credo visto il pericolo d'estinzione della specie... Insomma quello che mi fa andare in delirio è il tema del fascismo, compreso il suo ritorno, e soprattutto il modo, infantile da una parte e ignorante dall'altra, di trattarlo, riportandolo ai livelli del tipo: "io ti ho picchiato, ma tu hai cominciato". Ecco, il fatto è che parlare del fascismo in questi terimni è prima di tutto irresponsabile, e poi mettere sulla bilancia i lati negativi da una parte e quelli positivi dall'altra per vedere cos'era sbagliato e cosa no mi sembra assai ridicolo. La cosa che preoccupa di più è che i signori che trattano questo tema, in modo molto intelligente fra l'altro, non si rendono conto che il problema non è questo!!! Il fascismo non c'è più, non temete, non ritornerà!!! Perciò, presentarlo come una possibile minaccia alla nostra libertà e così detta democrazia è assai ingenuo e per nulla utile, se non all'avversario...NON SI PUO' GIOCARE SECONDO LE REGOLE DELL'AVVERSARIO, altrimenti la sconfitta è assicurata. NON SEGUITE LE VIE CHE VI SONO STATE TRACCIATE, altrimenti... Non si può vincere controbattendo le argomentazizoni degli avversari ma delegittimandole, insomma!!!
Mi spiego meglio applicando una sempre più difficile formula del 2+2=4:
Il fascismo nasce e assuma il significato, nella nostra memoria, di opposizione al comunismo, almeno così noi lo etichettiamo, così lo percepiamo e così lo intendiamo. Perciò se oggi si riporti in vita il concetto del fascismo e del suo ritorno si presume che ci sia anche qualche forma di comunismo (magari quello sconfitto nelle ultime elezioni, ancora meglio!!!) o semplicemente che ci siano due poli contrapposti, concetti che già conosciamo come bianco/nero, buono/cattivo, noi/loro, bene/male ecc. (guardate che coincidenza, "il brutto" sta sempre sulla destra!). E questo è il primo motivo per evitare questo tipo di ragionamento...
In secondo luogo tutti coloro che si nascondono dietro la maschera del fascismo possono in qualsiasi momento, a loro opportuno, accusarvi di essere comunisti e farvi perdere il terreno sotto i piedi, in fin dei conti sono anche autorizzati visto che si tratta del fascismo...
In terzo luogo il fascismo vide la sua gloria in tempi e circostanze ben differenti dai nostri soprattutto per quanto riguarda la consapevolezza e coscienza collettiva dei cittadini. perciò aver paura di rivedere ragazzini coi colletti neri in giro per le strade oppure masse di volontari pronti a morire per la patria non mi sembra il caso.
Infine il quarto (solo perché abbiamo scelto un equazione abbastanza semplice), è che in realtà il fascismo non è un entità a se stante, una sostanza insomma, che può essere ricomposta tale quale, non è un qualcosa di ben definito se non per un uomo come Mussolini. Si tratta più che altro di una forma, o se vogliamo di una maschera, ovvero di un esito di una determinata politica e una deterimnata visione del mondo; per questo non ha una sola faccia come ci si voglia far credere, ma assume ogni tal volta una nuova, quella che meglio si adatta alle corcostanze; non a caso tutti regimi come nazismo, comunismo, fascismo ed altri simili sono nati quasi contemporaneamente, molto probabilmente perché erano appunto le molte facce della stessa medaglia che hanno trovato un suolo fertile per piantare l'odio e raccogliere i suoi frutti, cioè la guerra. I tratti che li accomunano mi sembrano abbastanza eviddenti.
Insomma, Panta rei Signori!!! "Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va...". Infine Signori, notate che il "regime" che sta nascendo oggi ha basi differenti dal fascismo, ovvero non si fonda sulla proprietà collettiva bensì sulla proprietà privata. Il condottiere non è un duce, è un proprietario. Di conseguenza, non sarebbe più intelligente concentrare l'attenzione su questa nuova forma di potere?...Quale? Ce lo possiamo immaginare analizzando con un po' di buon senso la storia. Tant'è che gli eventi degli ultimi tempi accaduti nella politica ci fanno rivivere il passato in diretta. Insomma è come studiarla dal vivo. Che bello...

P.S
Il problema più grave, a mio parere ovviamente, non è tanto il come va avanti questo dibattito, ma perché?

Sig.Cogito

TITITITI...




...a te che odi i politici imbrillantinati

che minimizzano i loro reati
disposti a mandare tutto a puttana
pur di salvarsi la dignità mondana
a te che non ami i servi di partito
che ti chiedono il voto un voto pulito
partono tutti incendiari e fieri
ma quando arrivano sono tutti pompieri
a te che (leggi questo blog) forse sorridendo
giuro che la stessa rabbia sto vivendo
(...)
(Rino Gaetano)

"Un filo del passato che si riallaccia da sè"

L'immigrato Joyce

di GIOVANNI MARIOTTI - Corriere della sera
Al contrario di inglesi e francesi, siamo pochissimo accoglienti verso gli stranieri (ce ne sono, e ce ne saranno sempre di più) che scrivono in italiano. Li consideriamo corpi estranei. Non è una novità. Viene in mente il caso di un immigrato che, dopo aver scritto per cinque anni quasi esclusivamente nella nostra lingua e collaborato intensamente a un giornale di provincia, a trent'anni si sottopose a un esame per essere abilitato a insegnare nelle scuole secondarie. Esame che ebbe luogo a Padova, dal 24 al 30 aprile 1912. Numerose le prove, fra cui un dettato in lingua inglese. Due mesi più tardi il Consiglioo superiore della Pubblica Istruzione dichiarò che l'esame non era valido perché il titolo ottenuto dal candidato nel Paese d'origine non era "equipollente" a una laurea italiana. L'immigrato scelse altri Paesi e smise di scrivere in italiano. Il suo nome (che, senza quella decisione burocratica, forse oggi onorerebbe la nostra letteratura) era James Joyce.